Programmazione ferie

In ogni Rianimazione, come in ogni reparto, esiste una bacheca su cui vengono affisse comunicazioni, locandine di congressi e orari di servizio. E’ su questa bacheca che, a cadenza mensile, viene attaccata la convocazione alla riunione di reparto. Con l’inizio della primavera, come una primula in un prato, spunta il foglio più temuto: “Riunione di reparto. Ordine del giorno: programmazione ferie”.

Questa, apparentemente innocua, convocazione è meglio nota come “La Mattanza”: l’annuale bagno di sangue durante il quale, l’impossibilità di incastrare le esigenze di tutti, si mescola a vecchie ruggini tra colleghi. Quest’anno, inoltre, la carenza di personale e il concorso bloccato avrebbero ulteriormente inasprito i toni. Siamo troppo pochi per prendere tutti due settimane di ferie in fila, qualcuno, più di uno, dovrà spezzare le settimane e nessuno vuole essere “quel” qualcuno. In reparto l’atmosfera è tesa, come alla vigilia di una battaglia.

A queste riunioni conviene arrivare preparati. C’è chi si arma di una retrospettiva di 10 anni di tutti i festivi, lavorati da tutti i colleghi, pronto a salire sulle barricate, in nome della giustizia sociale.

Chi, invece, tronfio e strafottente, porta la fattura del pagamento, pensando che la frase: ” Io ormai ho prenotato!” gli conferisca una sorta di immunità. Certo, solo tu prenoti, noi, invece, a 40 anni e con i figli piccoli, andiamo in vacanza in InterRail.

Io e la mia collega-amica siamo le ultime assunte, quindi a elevatissimo rischio di vederci negate le ferie. Abbiamo, quindi, elaborato un piano diabolico: andare alla riunione con un paio di prosecchi in corpo e, senza filtri, cercare la rissa collettiva, rinfocolando vecchi rancori. Noi non saremmo andate in ferie, ma, almeno, ci saremmo fatte quattro risate.

Dopo circa 5 minuti l’atmosfera è ancora abbastanza civile, il capo sta elencando il calendario di chiusura delle sale operatorie, quando il solito trombone se ne esce con: “Ah, ma io devo assolutamente andare ad Agosto per via di mia moglie”, dal fondo si eleva un definitivo: “Mah tàs, balengo!” (trad. per i non piemontesi:”Ma taci, cretino!”).

Come se si trattasse di un segnale concordato, parte un tafferuglio collettivo. Si separano i due gruppi: chi vuole andare in ferie ad Agosto e chi a Luglio. Gli Agostani, dopo aver fatto saltare la mia testa, sono vicini all’accordo, quando la mia amica ha un colpo di genio e, rivolta alla collega anziana, dichiara: “Ma Tizio te l’ha poi liberato l’armadietto?”. Che zampata, la diatriba dell’armadietto è una delle pagine più buie del nostro reparto. La collega anziana cambia espressione e parte, con slancio felino, all’attacco di Tizio, che circa 15 anni prima le ha sottratto, a suo dire con l’inganno, l’armadietto. Sale con un ginocchio sulla sedia. Sta’ a vedere che la vecchia adesso sale sullo schienale e gli piomba addosso con un Flying Crossbody come nel migliore Wrestling.

Mentre mi godo la scena, una voce sovrasta le liti: “Fermi tutti! Ho la soluzione!”. L’aria si muove per 15 teste che si girano contemporaneamente: “Parla!”.

“Potremmo andare in Svizzera, mi hanno detto che lì ci sono un sacco di anestesisti, ne rapiamo 3, li teniamo qui a lavorare tutta l’estate e li rilasciamo a fine Settembre, quando rientriamo tutti.”

Ecco, il brigantaggio non l’avevamo ancora considerato.

Per una frazione di secondo pensiamo che questa possa essere davvero una soluzione, poi lo squillo del telefono del capo interrompe il delirio collettivo. Ci zittisce con un gesto: è la Direzione. Qualche monosillaba spezzata e la faccia si apre in un sorriso:” Hanno sbloccato il concorso! Da settimana prossima avremo due nuovi anestesisti!”. Ci abbracciamo tutti come alla finale di Berlino, pieni di amore e di commozione. Due unità in più significano due settimane di ferie per tutti, forse tre. E’ un miracolo.

Il capo riprende subito in mano la situazione: “Ragazzi, manteniamo la calma, all’inizio non carichiamoli troppo di turni. Anzi, teniamoli leggeri, così potremo spremerli per bene a Luglio e Agosto. Mi raccomando, non possiamo permetterci errori.”

Non c’è nessun problema, siamo seri professionisti, pagati per tenere i nervi saldi nelle emergenze. Soprattutto quando si parla di ferie.