Archivio mensile:febbraio 2014

Ospedali in rete

Io, come immagino molti di voi, sono una che riesce a leggere i giornali solo alla sera quando torna a casa e, finalmente, mi concedo un minimo di collegamento con il mondo quando ormai il mondo va a dormire. Una vita in ritardo, o comunque alla rincorsa.

E, quindi, stasera, dopo cena e mentre sparecchio, butto un occhio ai giornali e trovo questo. Una storia tragica di lista d’attesa: troppo lunga e troppo intollerabile per il paziente, che finisce quasi in tragedia. In poche parole un bambino che deve essere sottoposto a tonsillectomia con grado di urgenza elevato deve attendere mesi, quasi un anno, per essere sottoposto a tonsillectomia. E, nell’attesa, si aggrava.

Come è possibile? Con tutte le risorse che la regione può vantare? Continua a leggere

Se fossi Ministro della Sanità.

Spesso mi piace giocare sui social proponendomi come prossimo Ministro della Sanità. Come se bastasse essere Medico per essere un buon Ministro. Non è vero, lo sappiamo bene, ma la cosa sulla quale voglio porre l’attenzione, quando faccio così la bulla, è il fatto che spesso le istituzioni non abbiano idea di quali siano, concretamente, le urgenze delle categorie professionali. 

Io non sarò mai Ministro ed è giusto così, ma il gioco mi ha preso la mano e mi sono concentrata, davvero, su che cosa farei se domani ricevessi la telefonata :”Complimenti, Paola, sei il nuovo Ministro della Sanità. Cazzi tuoi.” Continua a leggere

Medicina per non Piemontesi

La Medicina è una scienza, ma è forse la scienza più umana, perchè ha come soggetto e come oggetto l’Uomo. Quindi il linguaggio diventa uno strumento chiave nella comunicazione tra medico e paziente.

Se in un’epoca di globalizzazione è fondamentale conoscere le lingue e saper comunicare, anche solo con poche semplici frasi, con pazienti di lingua inglese, francese o tedesca, vi assicuro che, nelle piccole realtà come la mia, è assai importante masticare anche un po’ di dialetto locale. Il dialetto accorcia le distanze. Fa superare la diffidenza innata verso la figura del medico.

Perchè se uno si rivolge a te parlando la tua lingua del cuore è più facile aprirglielo, il cuore. Continua a leggere

Di che cosa ha paura chi non può avere paura

Spesso vi ho raccontato di quanto la paura sia una compagna praticamente costante di chi fa il mio lavoro.

Si potrebbe pensare che sia una paura generica, quella di non riuscire a fare ciò che si dovrebbe, o di non riuscirci fino in fondo, paura di sbagliare, paura non solo di non guarire le persone, ma, forse, di farle morire.

Non è solo quello. O, meglio, è anche quello. 

Alle paure, cosiddette generiche, però, si aggiungono quelle personali. Quelle che riguardano solo te, la tua storia, le cose belle, o brutte, soprattutto brutte, che hai vissuto.

Il medico perfetto è quello che quando timbra, al mattino, lascia tutta la sua vita alla bolla e diventa un clinico imperturbabile.

Il medico perfetto non esiste. Continua a leggere

Eredità

Adesso vi racconto una storia.

E’ la storia di un chirurgo che è appena morto. Si lo so, ne muoiono tutti i giorni, ma per me lui è stato speciale. E ora vi dico perchè.

Era un Neurochirurgo eccezionale, uno che ha fondato la Neurochirurgia in Italia, un talento raro che ha avuto offerte per tutta la vita di andare negli Stati Uniti, di sfondare, ma che è rimasto qui. Prima sulle colline, poi nella dimenticata pianura. Nei posti più sfigati, dove, però, poteva fare il suo lavoro senza troppe rotture di coglioni. Perchè non voleva rotture di coglioni. Voleva solo poter fare il proprio lavoro. Qui, tra la sua gente. Continua a leggere