Capisco che è entrata prima ancora di vederla.
Quando sono seduta alla scrivania dell’ambulatorio volto le spalle alla porta, ma, improvvisamente, sento che si è fermata nello specchio della porta, forse perchè scherma la luce che entra dal corridoio, ma non solo.
Poi mi giro e la vedo e capisco perchè ho avvertito la sua presenza.
Ferma e impettita, quasi sull’attenti, una bella donna alta, magra e terrorizzata emana paura e angoscia in tutta la stanza, come un secchio rovesciato sul pavimento, da cui una vernice densa si allarga, lenta e inesorabile, sul pavimento pulito. Continua a leggere