Io non so se esista l’Inferno, non sono esattamente una credente, ma nel caso in cui l’Inferno esista davvero mi auguro che un girone particolarmente sgradevole sia dedicato ai capò, i caporali dei lavoratori stagionali che vengono sfruttati in Italia, non sono lavoratori, sono schiavi.
Chi pensa si tratti di un fenomeno esclusivamente relegato al Sud si sbaglia, perché è radicato anche nel ricco Nord, traino del Paese, fiore all’occhiello dell’economia nazionale, orgoglio agroalimentare dell’Italia nel mondo. Appezzamenti di terra pettinati come salotti su cui lavorano gli schiavi e noi che continuiamo a dirci che la colpa è degli schiavi stessi.
Non so perché, ma sono anche indirizzati nelle varie colture a seconda delle etnie: i bulgari e i rumeni nelle vigne, i cinesi nelle risaie, indiani e cingalesi nelle stalle.
Non conosco i numeri e l’impatto sociale, ma conosco quello che vedo e che curo.
Ieri ho conosciuto lui. Continua a leggere