Perchè sono ancora qui

A volerla analizzare del tutto, non c’è nessuna argomentazione che giustifichi la mia presenza qui.

Esistono, però , numerose attenuanti.

Fossimo in tribunale vorrei potermi difendere elencando tutti i pessimi e controproducenti motivi per i quali mi ritrovo ad essere un medico del SSN.

Innanzitutto sono pigra e pure un po’ viziata.

Mi piace lavorare nello stesso posto, con le stesse persone, da 13 anni.

Capisco che al profano sembri niente, ma in effetti, quando lavori, a me piace sapere chi è di guardia in Pronto, chi è il chirurgo, chi il ginecologo, chi il cardiologo, o il neurologo. Non cambia in nessun modo il fatto che trascorrerò lì dentro 12 ore, ma mi detta la mappa esatta della mia notte. Ok, sono tranquilla, mh, mi posso fidare, oppure no, mh, posso stare tranquilla, oppure no. È un metodo di sopravvivenza preventiva. Se conosci bene il tuo ambiente sai con quanti occhi aperti potrai dormire.

A me piace muovermi e nuotare nel mio brodo, so di chi fidarmi, di chi no, so dove potermi spingere. Conosco ogni piastrella, ogni passaggio sotterraneo, conosco il migliore caffè di ciascun distributore.

Ma non è solo questo. È una sorta di sogno romantico, un voler ostinatamente pensare che noi siamo quelli che vegliano. Quelli che sono pronti quando state male, quelli che ci sono sempre.

Non è nemmeno una bugia, noi ci siamo, ma ci sono anche i gettonisti, che io non condanno, fanno solo bene a farsi pagare, ma, poi, ci siamo solo noi.

E nessuno di noi vuole medici stanchi e demotivati, ma noi siamo stanchi e demotivati e quindi?

Non ho nessun motivo per essere così legata a questo posto e a questa causa, ma è il mio posto e la mia causa.

Un po’ come gli Apache in cima alle colline, consapevoli di fine ingrata e sanguinaria. Bene così, venite sotto, non molleremo per questo.

Bene, non servirà a niente, ma ci troverete sempre qui.